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Vista Museo Moto Guzzi


Sabato 13 maggio si è svolta la Visita Tecnica al Museo delle Moto Storiche di Aurelio Rampazzo a Mirano, la più grande esposizione di moto storiche in Italia con una collezione privata di circa 1.000 moto, la maggior parte Guzzi.

 La visita, oltre all’aspetto storico, ha presentato diversi aspetti tecnici quali la variazione dell’impianto frenante nel corso del tempo, gli sviluppi per l’alimentazione del carburante e del sistemi di sospensione. Inoltre abbiamo toccato con mano come l’innovazione in altri campi (processo Mannesmann) ha permesso di migliorare sostanzialmente la ciclistica del veicolo. Si è parlato inoltre delle scelte tecnico estetiche per la gestione del carburante e delle modifiche apportate per le moto da corsa/gara.

Il Sig. Aurelio Rampazzo, proprietario del museo, ci ha fatto da guida e ci ha spiegato il motivo della sua passione nata dalla necessità di avere un mezzo di trasporto.

Dopo una breve introduzione sulla Guzzi ed il suo fondatore, Rampazzo è passato all’illustrazione delle caratteristiche delle moto partendo dalle più datate ed in particolare ha parlato delle peculiarità costruttive legate all’epoca ed alle scelte tecniche del tempo.

Le moto più vecchie sono di colore verde, colore con cui è nato il marchio, quelle successive sono rosse, in quanto questo è il colore che rappresenta l’Italia nelle competizioni sportive.

Il punto di forza del motore Guzzi è legato alla modalità di circolazione dell’olio. Mentre, tra le varie caratteristiche e particolarità illustrateci ricordiamo

Le caratteristiche/particolarità del motore sono la valvola di aspirazione è laterale, quella di scarico in testa, la leva dell’aria, dell’anticipo e dell’acceleratore, la leva per facilitare l’accensione del motore, il cambio a 3 marce e la leva del freno che agisce in maniera separata dal pedale ma sempre solo sulla ruota posteriore.

Il fatto che nelle prime moto non fosse presente il freno anteriore si spiega perché sarebbe stato impossibile utilizzarlo nelle strade dell’epoca; per lo stesso motivo non è presente neppure l’ammortizzatore posteriore che non avrebbe concesso di avvertire l’eventuale sbandamento del mezzo. Si è anche parlato dell’introduzione del sistema desmodromico e del sistema a 4 valvole in testa per cilindro. Da notare che all’epoca tutti i componenti della moto erano realizzati in fabbrica.

Quanto al telaio è interessante l’introduzione dei tubi senza saldatura che hanno migliorato le caratteristiche strutturali e di guida delle moto; mentre durante le seconda guerra mondiale, causa la irreperibilità dei tubi, si sono costruiti dei modelli in lamiera stampata.

Tra i vari modelli su cui ci siamo soffermati ricordiamo la “Norge”, la prima versione ammortizzata (con una soluzione simil-telescopica) con cui Giuseppe Guzzi ha portato a termine nel 1928 un raid fino a Capo Nord (si veda Wikipedia). Abbiamo anche visto il modello denominato “Mulo Meccanico”, un sidecar utilizzato fino poco tempo fa e perfino due mezzi immatricolati come autocarri.

Interessante notare che Il Sig. Aurelio Rampazzo possiede anche alcune biciclette storiche con alcune specificità legate all’epoca di costruzione, come biciclette con cerchi in legno o addirittura completamente in legno (del periodo della seconda guerra mondiale) nonché la bici in Titanio con cui Gimondi ha vinto il campionato del mondo.

Ringraziamo il Sig. Aurelio Rampazzo per l’interessantissima visita e lasciamo il suo contatto mail: aureliorampazzo@alice.it .

Di seguito alcune immagini della manifestazione

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