Il giorno 25 febbraio un gruppo di soci del Collegio Ingegneri di Venezia si è recato in visita a Palazzo Pisani, sede del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
Il palazzo è situato in campiello Pisani, vicino a campo Santo Stefano, a due passi dal ponte dell’Accademia. Nel campiello, davanti all’entrata del palazzo, siamo stati accolti dalla guida Filippo, molto preparata e disponibile, che ha condito le spiegazioni storico artistiche con battute umoristiche, allietando la nostra visita.
Il palazzo risale al diciassettesimo secolo, ma fu profondamente rimaneggiato e ampliato nel secolo successivo, dalla famiglia Pisani (quella della villa di Strà), famiglia molto facoltosa, che possedeva ampi terreni nella campagna veneziana, e i cui componenti ricoprirono numerose cariche pubbliche, tra cui la carica di Doge e di ambasciatori alla corte di Francia, che ne ampliò le dimensioni fino a farne il più grande palazzo privato di Venezia.
I lavori di restaurato e ampliamento furono diretti dall’architetto Girolamo Frigimelica, che lavorò anche alla villa Pisani di Strà.
Nel corso dell’Ottocento, la famiglia decadde, e il palazzo fu venduto a comparti, diventando di fatto un condominio. Solo negli anni Ottanta dell’Ottocento il palazzo fu acquistato dal comune di Venezia, che cercava una sede idonea per il Conservatorio musicale, che fino ad allora era ospitato negli spazi delle sale apollinee del Teatro la Fenice, non più sufficienti a contenere le attività del conservatorio. Dopo consistenti lavori di restauro, nel 1897 il palazzo divenne la sede del Conservatorio.
Ai lati del portone d’ingresso due statue originali del Seicento (scuola di Girolamo Campagna) rappresentano le fatiche di Ercole.
L’architettura del palazzo è di stampo barocco; si accede nell’ampio salone d’ingresso al piano terra dove sulla parete di fondo troneggia un grande fanò, il triplice fanale che era installato a poppa della galera di Andrea Pisani.
Saliti al piano nobile ammiriamo il grande salone, decorato sul soffitto e alle pareti con affreschi risalenti al 1770. Entriamo poi nell’attigua sala Ugo Amendola, dove risalta l’affresco tiepolesco sul soffitto che rappresenta le virtù, e da dove si raggiunge la piccola ma interessante cappella di famiglia.
Si passa poi sulla loggia che separa i due cortili interni del palazzo.
Scesi al piano terreno, si attraversa il secondo cortile per raggiungere il portico dove si trova una delle quattro porte d’acqua, attraverso la quale accedevano al palazzo le dame e i cavalieri diretti al salone da ballo, al quale si accede attraverso lo scalone. La sala da ballo è oggi adibita a sala da concerti.
Salendo ancora lo scalone si arriva alla terrazza, situata ad altezza notevole, dalla quale si può ammirare un panorama unico sull’intera città e sulle isole della laguna.
Dopo una sosta per ammirare il panorama, favorito anche da un raggio di sole, si ridiscende al piano terra per risalire sulla scala di fronte che mena al piccolo museo della musica: tre sale dove sono conservati strumenti musicali d’epoca: arpe, contrabbassi, violoncelli, trombe e altri strumenti a fiato, ecc. dove la visita si conclude.
Ancora grazie alla nostra guida Filippo per averci raccontato le bellezze e la storia del grande e ricco palazzo, parte della storia della nostra città.
Ecco alcune foto a ricordo della giornata: