Scopo della visita era conoscere e approfondire gli aspetti progettuali e realizzativi del museo, attraverso l’illustrazione da parte dei progettisti, visitare il museo approfondendone i contenuti, e visitare gli scavi archeologici.
L’incontro è iniziato con la relazione dell’Arch. Stefano Filippi, già funzionario tecnico del Ministero per il Beni e le Attività Culturali, che ha curato la progettazione del nuovo museo. L’arch. Filippi vanta una grande esperienza in campo museale, avendo curato la progettazione, il restauro e l’allestimento di numerosi musei e palazzi storici, nonché l’allestimento di numerose mostre ed esposizioni permanenti.
In precedenza, il museo di Altino era ospitato in un piccolo edificio vicino alla chiesa, progettato dall’ing. Ferdinando Forlati, negli anni Sessanta del Novecento. I numerosi reperti provenienti dagli scavi, tuttavia, richiedevano nuovi spazi: da qui la necessità di pensare a una nuova sede museale.
La gestazione del nuovo museo di Altino è durata parecchi anni: il museo è stato realizzato ristrutturando una fattoria ottocentesca utilizzata per la produzione di riso. I lavori di ristrutturazione furono lunghi e impegnativi, e finalmente il nuovo museo venne inaugurato nel 2014 e aperto al pubblico nel 2015.
L’architetto Filippi ha illustrato dettagliatamente il progetto, l’esecuzione dei lavori e l’allestimento delle sale con l’esposizione dei reperti. È intervenuto anche l’Ing. Celio Fullin, che ha seguito la parte strutturale, e ce ne ha illustrato le particolarità costruttive.
Oltre alla ristrutturazione degli edifici della risiera e della barchessa, è stato realizzato un nuovo edificio, destinato ad ospitare i servizi, il ristorante-bar, il deposito-laboratorio-sala studio, e una torre di osservazione, dalla quale lo sguardo può spaziare sul panorama della campagna veneta e sulla laguna. La superficie complessiva è di 15.680 mq, mentre la superficie espositiva è di 1.800 mq, e gli spazi per le esposizioni temporanee sono di 180 mq. Sono inoltre disponibili spazi espositivi esterni per 500 mq, oltre a 1.900 mq di superfice a verde e 20.195 mq di aree archeologiche di proprietà statale.
Il percorso espositivo si articola nei due piani dell’ex risiera, mentre il terzo piano è ancora in fase di ristrutturazione, e gli uffici sono stati collocati nella barchessa. Tra gli edifici trova spazio un ampio giardino, e, dietro alla risiera, un ampio parcheggio per i visitatori, parzialmente coperto da una tettoia di pannelli fotovoltaici.
Dopo l’illustrazione del progetto, ci siamo recati nel museo, dove siamo stati accolti dalla guida Onofrio, che con grande competenza e professionalità ci ha illustrato la storia del sito di Altino e i reperti esposti nel museo.
Il sito di Altino è tra i più significativi dell’Italia settentrionale, Altino in epoca preromana e romana era un importante centro alla confluenza di vie di terra e d’acqua. Da qui passavano la via Annia, che portava ad Aquileia, e partiva la via Claudia Augusta, che portava a nord, attraverso le Alpi, fino in Germania. Il destino di Altino fu segnato dalla discesa delle genti del nord, che misero al sacco la città facendone fuggire i suoi abitanti.
Nel museo sono raccolte ceramiche, oggetti in vetro, arredi funerari, scheletri umani e anche di cavalli, che erano oggetto di sacrifici.
Dopo la visita al museo, Onofrio ci ha accompagnati a visitare gli scavi, dove abbiamo potuto vedere l’antico porto, la pavimentazione delle strade e quelle di alcune case, residenze di persone facoltose, decorate con mosaici.
Al termine della visita i soci si sono ritrovati per un pranzo conviviale.
Un vivo ringraziamento va all’architetto Filippi, all’ingegnere Fullin e alla guida Onofrio, che ci hanno permesso di approfondire un importante sito archeologico e un brano di storia antica della nostra terra.
Leggi la presentazione dell’Arch. Filippi