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Visita a Chioggia


La mattina del 6 aprile 2024 il Collegio ha organizzato una visita al centro storico di Chioggia.

Siamo stati accompagnati dalla guida Daniela Sassi, che ci ha illustrato la storia e i monumenti del centro.

Chioggia è un importante porto peschereccio dell’alto Adriatico (conta una flotta peschereccia di 470 unità) come Venezia sorge all’interno della laguna veneta, su alcune isole, ed è soggetta alle acque alte. Per evitare gli allagamenti del centro storico, è stato realizzato il cosiddetto “piccolo Mose”, un sistema di paratoie mobili sul canale Vena, che intercettano le acque medio-alte impedendo l’allagamento del centro storico. La struttura urbanistica è a “lisca di pesce”, con una grande spina centrale, rappresentata dal Corso del popolo, detto anche la Piazza, vero cuore pulsante della città, dal quale si dipartono perpendicolarmente 74 calli. La città è percorsa da tre canali, che corrono paralleli al corso del Popolo: il canale San Domenico, il canale Vena e il canale Lombardo.

Il percorso della visita parte dall’isola dell’Unione, un’isola artificiale situata tra Chioggia e Sottomarina: abbiamo attraversato il ponte San Giacomo, un ponte girevole che viene aperto tutti i giorni per consentire il passaggio dei natanti.

L’area prospicente Corso del Popolo era abitata dalle fasce più ricche della popolazione, mentre i non abbienti abitavano nelle calli esterne, per cui anche l’edilizia è diversa: nelle calli si trovano le “case campanile”, alte e molto strette, spesso con una sola stanza per ogni piano, mentre sul Corso si affacciano palazzi gentilizi, più bassi e larghi. Le calli sono larghe, e in esse si svolgeva la vita comunitaria: nelle calli si vedono spesso delle edicole sacre: se ne contano ben 132, davanti alle quali le donne si ritrovavano per recitare il rosario, in attesa del ritorno in porto dei bragossi, le caratteristiche imbarcazioni da pesca, dei quali vediamo un bell’esempio ancorato nel canale Vena.

Attraversiamo il canale Vena sul ponte delle zitelle vecchie; i ponti erano originariamente costruiti in legno, materiale che venne sostituito con la pietra verso il 1400.

Approdiamo poi in piazza duomo, dove si affacciano, oltre al duomo dedicato a Santa Maria Assunta, ricostruito nel 1674 dopo che la precedente cattedrale fu distrutta da un incendio, il tempietto di San Martino, costruito alla fine del 1300, dopo la guerra con i genovesi, il campanile e la Scuola dei Battuti. Dall’altro lato della chiesa vi è il piazzale Perotolo, che dà sul canale Perottolo, con i giardini del Vescovado, adornati da un complesso di statue.

La vicina Porta Santa Maria rappresenta l’ingresso della città.

Percorrendo il Corso del Popolo si vedono poi il Palazzo del Fascio, il Palazzo del Podestà, la Chiesa di San Giacomo, dedicata ora alla Beata Vergine della Navicella, in ricordo dell’episodio dell’apparizione della Madonna avvenuto a Sottomarina nel 1508.

Ancora, la Loggia dei Bandi, dalla quale avveniva la lettura dei bandi, la piazzetta XX Settembre con il Fontego della farina e l’ex chiesa della SS. Trinità, Palazzo Penzo e Palazzo Renier, in stile veneziano.

Dopo una sosta davanti al Palazzo del Granaio, attualmente in restauro, visitiamo la chiesa di Santa Caterina di Alessandria. Siamo accolti da Monsignor Marangon che ci racconta la storia della Chiesa e le sue caratteristiche artistiche e architettoniche. È questa la chiesa del convento di Santa Caterina, costruito nel 1600 per ospitare 60 monache. Qui, le ragazze dai 9 ai 20 anni, imparavano il cucito, la cucina, e le altre attività domestiche. Nel 1809 il monastero passò in mano dei francesi, che lo chiusero fino alla metà dell’Ottocento, quando intervennero le suore Canossiane fecendone una scuola materna ed elementare. Il monastero continuò ad operare fino al 2007, anno in cui venne chiuso. La chiesa ci è stata aperta in via eccezionale per questa visita; normalmente viene aperta solo la domenica pomeriggio, per due ore, e in poche altre circostanze.

La chiesa fu costruita all’inizio del 1400. Nel 1500 ne fu modificata la facciata. All’interno, a navata unica, e sulla facciata si riconoscono i simboli del martirio di Santa Caterina. Vi sono numerosi altari in marmo e un pregevole ciborio sull’altare maggiore. Sul pavimento le tombe dei benefattori. Visitiamo anche la loggia con il coro in legno, dove le suore potevano assistere alle funzioni.

Infine, visitiamo la Torre dell’orologiocampanile di Sant’Andrea, famoso per l’orologio realizzato dai Dondi, noti orologiai padovani. Si sale fino all’ultimo piano, dal quale, grazie anche alla bella giornata, si gode un bel panorama sui quattro punti cardinali: a sud Corso del Popolo e il centro storico della città, a nord e a ovest la laguna, e a est Sottomarina e il mare Adriatico.

Un vivo ringraziamento all’ottima guida Daniela e a Monsignor Marangon, che ci ha consentito di visitare la chiesa di Santa Caterina.

Di seguito le foto della visita

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