Marc Chagall (Bielorussia, 1897 – Francia, 1985) è uno dei pittori più rappresentativi del Novecento, sempre fedele a una sua poetica personale, non inquadrabile in nessuno degli “ismi” artistici del Novecento, anche se nelle sue opere si notano influenze simboliste, cubiste ed espressioniste.
La mostra percorre la vicenda artistica del pittore russo in sei tappe: “Il sogno simbolista”, dove le opere di Chagall sono messe in relazione con quelle di Odilon Redon, Adolfo Wild e Gaetano Previati, “È soltanto mio/il paese che è nell’anima mia”, dov’è esposta l’opera forse più significativa: “il Rabbino di Vitesbk”, affiancato a “Visbtek, scena di villaggio” proveniente dall’Albertina di Vienna; “Artisti in esilio”, che ricorda il tema dell’emigrazione affrontata da numerosi artisti ebrei durante il periodo del nazismo, “Il colore dei sogni”, nella quale figura anche una splendida tela di Emil Nolde, “Opere religiose”, dove sono presenti alcune illustrazioni per la bibbia; “Il colore delle favole”, che prende avvio dall’illustrazione delle favole di La Fontaine per poi rapportarsi con le opere di Georg Grosz, Felicien Rops, Mario De Maria, fino al nostro contemporaneo Claudio Parmeggiani.
La nostra guida, lo storico dell’arte Paolo Pistellato, ci ha accompagnato per oltre due ore nelle sale del Centro Candiani, immergendoci nel mondo poetico e favolistico del pittore russo, popolato di caprette, fiori, asinelli e angeli in volo.