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Aeroporto di Venezia


Venerdì 3 novembre il nostro Collegio ha organizzato una Visita Tecnica all’Aeroporto Marco Polo di Venezia.

Al nostro arrivo siamo stati accolti nella sala del Cerimoniale di Stato in darsena con un caffè di benvenuto, dopo di che si è proceduto ad un briefing di presentazione. L’ing. Gino Baldi ha introdotto i lavori descrivendo la SAVE, la società concessionaria dell’ENAC (Ente nazionale aviazione civile) che gestisce l’aeroporto, oltre agli aeroporti di Treviso, Verona e Brescia. Realizzato nei primi anni Sessanta, l’aeroporto di Venezia ha visto negli anni numerose trasformazioni e ampliamenti, diventando il terzo aeroporto italiano per volume di traffico. È uno dei tre hub intercontinentali, come definito nel piano nazionale degli aeroporti, con un volume di traffico di circa 11 milioni di passeggeri/anno e rotte che servono tutta l’Europa, il nord America e alcuni paesi del Medio Oriente.

È quindi intervenuta l’architetto Francesca Sartor, che ha illustrato il nuovo Masterplan dell’aeroporto. Si tratta di un ambizioso progetto con orizzonte temporale al 2037, che vede per quella data un raddoppio del volume di traffico, che porterebbe lo scalo a 22 milioni di passeggeri/anno. Il Masterplan prevede quindi un grande ampliamento della stazione passeggeri, e di tutte le zone a servizi, mentre le piste rimarrebbero quelle attuali. Le infrastrutture di volo sono organizzate con una pista principale, lunga 3300m ed una pista sussidiaria utilizzata, come baclup in caso di lavori o emergenze. Sono attrezzate anche per atterraggi e decolli con visibilità molto ridotta, e sono tali da garantire il traffico previsto al 2037.

Il Masterplan prevede anche l’attivazione di un servizio di velivoli senza pilota per il trasporto rapido dei passeggeri in città o nelle aree vicine. L’iter di approvazione del Masterplan sarà lungo e complesso; si prevedono circa quattro anni, ma alcune opere, come l’ampliamento del terminal passeggeri, potranno essere realizzate anche nelle more dell’approvazione, in quanto previste nel Masterplan precedente, tuttora efficace.

Successivamente ha preso la parola l’ingegner Davide Bassano, responsabile del settore sostenibilità, che ha illustrato le caratteristiche ambientali del nuovo aeroporto. L’obiettivo del Masterplan è che al 2030 l’aeroporto funzioni a zero emissioni di carbonio. Questo sarà possibile attraverso la riconversione energetica, con l’eliminazione delle fonti fossili e l’uso esclusivo di fonti rinnovabili: veicoli ad alimentazione elettrica o a idrogeno, produzione di energia da fotovoltaico, ottimizzazione dei consumi. Sono inoltre previste tutta una serie di opere per minimizzare gli impatti sulle diverse matrici ambientali, quali riduzione e recupero dei rifiuti, trattamenti spinti delle acque reflue.

Dopo il briefing, abbiamo superato i controlli di sicurezza e siamo entrati nei piazzali degli aeromobili, dove con un bus abbiamo circumnavigato tutta l’area aeroportuale, con alcune soste nei punti di interesse. Ci hanno fatto da guida l’ing. Baldi e l’ing. Virginio Stramazzo, che per molti anni ha diretto l’ufficio tecnico dell’aeroporto. Molto interessante la sosta ai bordi della pista dove un falconiere ci ha illustrato i metodi di dissuasione della presenza dei volatili, che possono rappresentare un vero pericolo per i decolli e gli atterraggi. Il falconiere teneva sul braccio una poiana, che con altre due “colleghe” ha la funzione di spaventare gli uccelli e farli allontanare dalle piste. Numerosi altri animali abitano i prati che circondano le piste (lepri, volpi, tassi, …) che vengono periodicamente catturati e allontanati dall’area aeroportuale.

La tappa successiva è stata l’area del controllo bagagli, dove sono state recentemente installate due macchine radiogene di ultima generazione, in grado di scannerizzare i bagagli evidenziando con grande precisione gli eventuali elementi sospetti. Si tratta di un sistema all’avanguardia, adeguato ai migliori standard di sicurezza.

Ultima tappa la centrale tecnologica, situata in un edificio appositamente dedicato. L’ing. Tommaso Gardin ci ha illustrato la complessa macchina che consente il funzionamento di tutti gli apparati aeroportuali. Sono operativi due cogeneratori alimentati a gas metano da 2 MW ciascuno, per la produzione di energia elettrica, e sono operative le centrali di riscaldamento e di raffrescamento, che garantiscono la climatizzazione di tutti gli ambienti. Da qui parte la rete delle canalizzazioni, attraverso un grande cunicolo sotterraneo, che raggiunge tutte le aree dei diversi edifici dell’area aeroportuale.

La visita ha riscosso un grande interesse tra i nostri colleghi, e un vivo ringraziamento va allo staff tecnico aeroportuale, che ci ha accolto con grande disponibilità, e con grande competenza ci ha illustrato una macchina davvero affascinante, che siamo abituati a frequentare, senza comprendere appieno la complessità.

Il briefing di presentazione in aula

 

Ecco alcune foto della visita

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